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ESAME DI MATURITÀ 2024/ “Se vogliamo dargli un senso, i prof ascoltino il consiglio di Valditar…

Il Ministro Valditara, rivolgendosi agli studenti, ha detto riguardo all’esame finale: “L’importante è l’elasticità della riflessione. Cosa significa? Possedere ciò che i tuoi anni scolastici ti hanno lasciato, aver capito e compreso, saper creare connessioni. Non nozionalismo.”

Il giudizio di Valditara sull’esame di stato è interessante, perché il ministro dell’Istruzione sottolinea l’unico valore che questo esame può avere. Oggi infatti il ​​diploma di scuola superiore non serve più, basta semplicemente superarlo per proseguire in un percorso. A nessuno interessa sapere come, tranne a quei ragazzi e ragazze che hanno lavorato con attenzione per costruire se stessi, per formare la propria personalità.

Per questi studenti – ma dovrebbe essere così per tutti – l’esame finale è una prova di mettersi alla prova: non sulle nozioni di cui sono fatte le diverse discipline, ma su come uno studente sa fare un percorso personale negli ampi spazi della conoscenza. Durante l’esame, un ragazzo o una ragazza oggi verifica se è nel sapere, se ha fatto suo il suo sapere con quell’elasticità di cui parla Valditara e che è semplicemente l’apertura della ragione e la sua capacità di riconoscere la complessità della realtà.

Ecco perché l’esame finale è un’esperienza meravigliosa. È l’esperienza che un ragazzo o una ragazza possono fare nel raccontarsi, nel mostrare la propria capacità critica e la propria creatività. Solo così uno studente oggi può presentarsi all’esame libero dalla preoccupazione di sapere tutto o dal timore di essere “preso” su quell’argomento poco conosciuto.

Ma affinché un’esperienza così affascinante sia possibile, gli insegnanti sono determinanti. Ha ragione Valditara, ma quanto ha detto dovrebbe essere reso noto a ogni commissario, affinché nessuno svolga un esame nozionistico, ma sia finalizzato a cogliere come gli studenti abbiano maturato le conoscenze che possiedono, abbiano acquisito una cultura e quindi abbiano una criterio per conoscere e valorizzare ogni ambito della realtà.

Questo aspetto, quindi, è cruciale. Cosa cercano gli insegnanti nell’esame finale? Le nozioni o la persona? Ciò si vedrà subito nelle domande che gli insegnanti porranno: quando un insegnante chiede della Guerra Fredda, cosa gli interesserà? Che uno studente gli racconti tutti i fatti che lo caratterizzarono, oppure che dica cosa ha sviluppato in lui lo studio di quel periodo?

Ma non è tutto. Paradossalmente, infatti, solo se uno studente è libero di raccontare il suo percorso il docente può scoprire che l’esame finale è utile anche a lui (o lei). Ma se il nozionismo prevalesse ancora una volta, sarebbe un esame terribile e inutile. Tutto ciò che dobbiamo fare è confidare negli insegnanti che sono interessati all’umanità degli studenti.

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